Smart Working: un presidio di civiltà. Ma, purtroppo, l’Italia è ancora indietro.

La modalità semplificata di accesso allo Smart Working

E’ recentissima la notizia che il ministro per la Pubblica Amministrazione del governo Meloni, Paolo Zangrillo non è ancora sicuro se confermare, nel pubblico impiego, la modalità semplificata di accesso allo Smart Working per i genitori di minori di 14 anni ma potrebbe mantenerla solo per i lavoratori fragili.

Tale modalità di accesso semplificato è stata invece confermata nel privato, sia per i lavoratori fragili che per i genitori di minori di 14 anni. Questa è un’ottima notizia e speriamo vivamente che diventi permanente.

Facciamo chiarezza su ciò di cui parliamo. L’accesso allo Smart Working in Italia prevede in genere un accordo individuale tra azienda e lavoratore. Tuttavia, con la recente pandemia, lo Smart Working era stato normato nell’ordine:

  • inizialmente, come modalità ordinaria di lavoro della pubblica amministrazione dal ministro Dadone, coerentemente con le esigenze di digitalizzazione e modernizzazione della pubblica istruzione, come dovrebbe essere ed auspichiamo diventi definitivamente in un futuro prossimo;
  • poi, come modalità di lavoro con accesso semplificato per tutti (cioè, bastava la comunicazione cumulativa del datore di lavoro all’INPS, senza accordi individuali);
  • successivamente, come modalità di lavoro con accesso semplificato sia per genitori di minori di 14 anni che per lavoratori fragili;
  • ora si accinge a diventare, secondo il ministro Zangrillo, una modalità di lavoro ad accesso semplificato per i soli lavoratori fragili nel pubblico impiego, mentre nel privato resta disponibile tale modalità di accesso semplificato sia per i fragili che per i genitori di minori di 14 anni (sperando che doventi per tutti quanto prima ed in modo permanente).

Ferma restando ovviamente la facoltà delle singole amministrazioni di gestire lo Smart Working con gli accordi individuali, è però evidente un’inaccettabile involuzione del governo italiano negli anni recenti rispetto all’approccio del ministro Dadone, lungimirante ed al passo con i tempi. Occorre estendere e sfruttare al massimo le potenzialità dello Smart Working, come vedremo nel seguito di questo articolo, e perciò superare le resistenze di governanti retrogradi ed afflitti da una mentalità medievale ed improntata ad un atteggiamento di tipo sadico/paranoide verso i lavoratori: una sterile ed antistorica mania del controllo, perfino ridicola in un mondo che si permea ormai di innovazioni, come l’Intelligenza Artificiale, a supporto di processi lavorativi fluidi e completamente delocalizzati e remotizzati.

E’ ovvio ed evidente che la soluzione più ragionevole ed improntata alla modernizzazione delle modalità di lavoro ed alla digitalizzazione delle medesime, come incentivata dai relativi programmi della Commissione Europea, è quella inizialmente proposta dal ministro Dadone: la modalità di svolgimento ordinario di tutti i lavori di concetto deve essere quella dello Smart Working, prevedendo solo in caso di necessità, ed in modo saltuario, la presenza presso una sede di lavoro fisica.

Questa massimizzazione del ricorso al lavoro agile, che nel privato prende sempre più piede, porterebbe ad innumerevoli vantaggi, come andremo a vedere nel seguito di questo articolo. Tuttavia, l’Italia è ancora arretrata da questo punto di vista ed è necessario fare questo passo avanti, con coraggio e determinazione, per responsabilizzare tutti i lavoratori verso il concetto di lavoro finalizzato al risultato e non più lavoro consistente in un intervallo temporale, senza dubbio molto meno produttivo molto meno efficace e molto meno efficiente, tra timbratura in ingresso ed in uscita del cartellino (un concetto assurdo che perdura nelle menti retrograde).

Il crollo della produzione industriale italiana, certificato la scorsa settimana in barba al recente ritorno massiccio al lavoro in sede nelle aziende più retrograde e nelle pubbliche amministrazioni, certifica una volta di più che la produttività aumenta con lo smart working e diminuisce con la costrizione alla presenza in sede, sempre facendo ovviamente riferimento ai lavori remotizzabili (un giardiniere non può accedere allo smart working permanente, ma un amministrativo sì e produce di più da remoto che in sede).

Gli innumerevoli vantaggi dello Smart Working

I vantaggi dello Smart Working sono chiari e dimostrati, tanto per le aziende quanto per i lavoratori, nonché per l’ambiente e per il progresso sociale e tecnologico.

Con lo Smart Working le aziende riducono i costi ed aumentano al contempo la produttività, potendo beneficiare di lavoratori più motivati, meno stressati dai problemi di pendolarismo ed organizzazione familiare, più consci delle proprie responsabilità individuali. Inoltre, esse introducono così una cultura aziendale che definisce il lavoro come la produzione di un risultato e non più come la timbratura di un cartellino all’ingresso ed all’uscita, intervallata da chiacchierate infinite alle aree caffè e pettegolezzi di corridoio.

Con lo Smart Working i lavoratori riducono le proprie spese di viaggio, dato che recarsi in sede non è più necessario (assurdo dover fare chilometri e chilometri per accendere il medesimo computer portatile che si accende a casa!) e riescono a conciliare finalmente la propria vita personale e familiare con quella lavorativa, evitando la scissione di sé stessi in diverse “vite parallele” (che tanto danno fanno a sé stessi ed alla stabilità della famiglia ed all’educazione, mancata, dei figli). Inoltre, essi evitano inutili perdite di tempo in chiacchiere sterili con i colleghi (drammaticamente abbondanti nel lavoro in sede), beneficiano di una maggiore concentrazione e serenità nello svolgimento del lavoro, utilizzano il tempo, anche superiore a quello usato nel lavoro in sede, in modo proficuo ed orientato al risultato: viene finalmente meno la famosa massima di Woody Allen secondo cui “nel lavoro l’80% è esserci”.

Con l’uso massiccio dello Smart Working, l’ambiente nel suo complesso ottiene grandi benefici, per via della riduzione dei flussi di traffico di ogni tipo di mezzo di trasporto, con conseguente riduzione delle emissioni inquinanti, riduzione del consumo di combustibili di ogni genere e di energia, con minore necessità di deturpare perciò il pianeta con trivellazioni altamente deleterie per gli ecosistemi finalizzate ad estrarre tali combustibili. Lo Smart Working, quindi, è da considerarsi una best practice per l’incremento della sostenibilità ambientale, sia nelle aree urbane che in quelle extra-urbane e remote.

L’applicazione universale dello Smart Working, poi, accresce e potenzia il progresso tecnologico, per via della maggiore e costante spinta verso la digitalizzazione e la dematerializzazione dei processi. Al contempo, la società nel suo complesso progredisce, così come le aziende, grazie alla maggiore possibilità di internazionalizzazione dei contesti lavorativi. Team internazionali di lavoro possono essere facilmente organizzati senza richiedere alcuno spostamento fisico: ogni azienda, con la remotizzazione del lavoro, ha la potenzialità di essere internazionale in termini di composizione della propria forza lavoro, a vantaggio della competitività dell’azienda ed anche degli scambi culturali tra nazioni diverse. Un esempio chiarissimo è l’impiego di ricercatori di varie nazionalità in diverse aziende ed istituti di ricerca europei, senza richiedere alcuno spostamento a tali ricercatori, che possono continuare a svolgere il loro lavoro e percepire il loro reddito anche se ubicati in contesti magari svantaggiati (ad esempio in Ucraina in questa fase così drammatica).

L’arretratezza culturale e gestionale della Pubblica Amministrazione e dell’Italia in generale

Potremmo continuare all’infinito con la descrizione dei vantaggi dello Smart Working, vantaggi di cui per fortuna diventano sempre più consce le aziende private, anche in Italia, che in modo sempre più consistente lo implementano nelle loro organizzazioni. Tuttavia, purtroppo il governo italiano non se ne rende conto (o, forse, finge di non rendersene conto!).

L’Italia, infatti, chiede fondi all’Unione Europea per la digitalizzazione dei processi e la modernizzazione della Pubblica Amministrazione, ma ancora non usa in modo massiccio lo Smart Working, che è la prima e principale modalità di digitalizzazione e modernizzazione.

L’Italia finge di prendere a cuore i problemi ambientali che affliggono la nazione ed il pianeta e finge di rammaricarsi per le inondazioni che recentemente ne hanno colpito vaste aree, ma continua a consentire ed incentivare il dissennato ricorso ad inutili e dannosi spostamenti per il pendolarismo verso il lavoro in sede, inutili e dannosi spostamenti che distruggono l’ambiente con le loro emissioni inquinanti e continuano a contribuire negativamente al riscaldamento globale.

L’Italia finge di volersi emancipare dai combustibili fossili e dai relativi problemi geopolitici, ma obbliga la nazione ad uno spreco di tali combustibili per l’autotrazione e si noti bene che anche le automobili elettriche usano combustibili fossili, sebbene indirettamente, perché le grandi centrali termoelettriche, in cui l’elettricità viene prodotta, hanno tali combustibili come fonte primaria di energia chimica.

Tutto ciò non accadrebbe con un uso massiccio dello Smart Working: non a caso, durante la pandemia di COVID 19, in cui lo Smart Working era la modalità di lavoro ordinario per tutti i lavori remotizzabili, tutti gli indici di qualità dell’aria nei centri urbani erano migliorati in modo sconvolgente: il problema ambientale sembrava risolto in un batter d’occhio! Occorre cambiare il modo di pensare al lavoro e remotizzarlo, è evidente, per risolvere gran parte dei problemi ambientali.

I benefici che lo Smart Working potrà apportare al progresso educativo e culturale e nel contrasto alla crisi demografica

Voglio soffermarmi anche su un altro aspetto, un altro vantaggio indiscutibile dello Smart Working che il governo italiano, ben prima che le aziende private, dovrebbe avere a cuore e che invece colpevolmente ignora. Tale governo, mentre da un lato si lamenta della micro-criminalità, del teppismo, della carenza educativa e culturale delle giovani generazioni ed al contempo millanta di voler incrementare le nascite, in un’Italia sulla via dell’estinzione a causa della denatalità, dall’altro lato ostacola, o quanto meno non incentiva in modo appropriato, proprio un presidio fondamentale in tal senso come è lo Smart Working.

Nulla è più efficace nel sostenere una sana educazione dei figli, una loro corretta e completa crescita culturale ed anzitutto una volontà al concepimento della prole come lo Smart Working! Esso, infatti, consente ai genitori, o futuri tali, di potersi stabilire come famiglia dove meglio desiderano, magari nelle località di origine, dove possono beneficiare del supporto delle famiglie di appartenenza, senza doversi trasferire da una regione all’altra o dover sostenere un pendolarismo quotidiano che impedisce la presenza in casa e la supervisione dei figli.

Lavorare da casa consente di conoscere i propri figli, educarli tramite piccolissime ma continue interazioni durante la giornata, seguirli nella loro crescita culturale.

Lavorare da casa consente alle coppie di risparmiare denaro per gli spostamenti, di organizzare al meglio la propria vita ed il proprio tempo e di guardare al futuro con maggiore serenità e minore stress.

E’ tutto questo che può incentivare la natalità, non le improbabili e ridicole mancette economiche che ricordano tempi andati, in cui l’Italia era una nazione rurale e medievale. Purtroppo, però, il governo italiano è rimasto a quel tempo.

Sebbene questo blog sia scritto in inglese, ho voluto scrivere questo post in italiano, dato che, purtroppo, anche da questo punto di vista l’Italia è medievale: pochi parlano e scrivono in inglese e l’internazionalizzazione del lavoro insita nello Smart Working aiuterebbe moltissimo anche in questo.

Speriamo nel prossimo governo…

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BrainFlashes.com

PhD, Engineer and Researcher. Passionate about economy and finance and individual investor. Always looking with curiosity to the world, investigating technological evolutions and geopolitics. Searching the intimate sense of life and self-consciousness.

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